Bea e Filippo

Bea e Filippo

mercoledì 28 marzo 2012

Coppia, figli, famiglia ... un pensiero

Mi sono imbattuto per caso in un super dibattito (400 commenti e 6.000 mi piace, mizzega!) su facebook per questa frase che ha twittato Fabio Volo:  “Il regalo più bello che un uomo può fare al figlio è amare la madre” . Mi sono divertito  a leggere i commenti che hanno svariato dall’approvazione totale, dalla precisazione che si deve amare anzitutto  il figlio, dalle molte donne che hanno detto “fosse vero” ecc.  Comunque ho notato che Fabio Volo ha un pubblico quasi totalmente femminile: il  contraddittorio maschile è assente! Quella frase, tuttavia, mi permesso di recuperare un po’ di pensieri latenti e di fare in modo che si confrontassero con quello che vivo oggi.
Qualche anno fa ero orgoglioso di questa teoria: la moglie o il marito viene  scelto, i figli nascono e possono essere diversi da come ce li si immaginava, per cui per certi versi l’amore verso il coniuge è maggiormente radicato nella propria libertà e quindi potenzialmente più ricco, l’amore verso i figli nasce più dal senso di accoglienza e protezione e quindi destinato a cambiare (non diminuire, per carità) col venir meno della necessità sia dell’accoglienza che della protezione.
Quindi mi sembrava più importante fortificare il legame di coppia perché quando i figli “alzano le vele e prendono i venti del destino” (Edgar Lee Masters), cioè quando se ne vanno per la loro strada il rischio è che i genitori non siano più abituati ad essere coppia. E’ un paradosso, ma spesso è proprio così, quando i figli escono di casa per certe coppie è una catastrofe -  oddio siamo rimasti solo e ora che facciamo? -  (per fortuna arrivano i nipoti a ricostruire lo scenario di partenza).
Teorie per l’appunto, magari sensate e con una parte di verità ma, col senno di poi, un po’ parziali.
L’oggi, con la presenza di Beatrice e Filippo, è un po’  più complicato.  Sull’idea di base che i figli possano percepire, spesso in maniera implicita ma ugualmente reale, come un dono speciale  l’armonia e l’amore dei propri genitori (non mi piace pensare a questo come ad un atto unilaterale dell’uomo verso  la donna o viceversa) sono d’accordo. I figli, però,  hanno l’innata capacità di destabilizzare proprio il rapporto di coppia. Non solo cambiano la vita dei genitori ma la mettono alla prova in mille modi: non voglio addentrarmi nell’elenco di esempi in cui per i figli ho avuto o un’opinione o in battibecco con mia moglie. I figli possono dividere e possono unire; sanno essere allo stesso modo causa di contrasto e   sorgente di amore. Insomma quando ci sono di mezzo persone, caratteri, libertà e personalità diverse applicare una teoria a mio avviso non solo è impossibile, ma quasi pericoloso.
Ritornando alla frase iniziale, credo che il regalo più bello che i genitori (preferisco il plurale) possono fare ai propri figli sia quello di creare attorno a loro un ambiente familiare sereno, positivo,  vero (e quindi anche imperfetto), dove la preoccupazione principale sia quella di camminare insieme come famiglia ognuno al proprio posto (i genitori che facciano i genitori e i figli che vengano trattati da figli). Un percorso come questo si alimenta solamente quando il papà e la mamma sanno rendere sempre più profondo il loro modo di amarsi. E questo va fatto per tentare di rendere migliore soprattutto il presente, perché  spesso non è garanzia di nulla rispetto al proprio futuro e a quello dei figli: ho amici fantastici cresciuti in famiglie totalmente prive di serenità e ho conosciuto persone davvero difficili cresciute in ambienti familiari, almeno all’apparenza, perfetti. Vivere in un certo modo il presente può favorire un futuro di un certo tipo, ma di certo non lo sa programmare.

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