Bea e Filippo

Bea e Filippo

sabato 17 marzo 2012

Faticosi risvegli

Al venerdì sera andando a letto una delle soddisfazioni più grandiè quella di non dover puntare la sveglia. Mi dico tutte le volte "fortunatamente domattina si può dormire un po' di più!". Non è tanto la prospettiva del sonno in sè ad attirami, ma la possibilità di non dover sfidare minuti nella lotta quotidiana il rispetto di ogni appuntamento (colazione -"vestizione" - asilo - lavoro: il tutto da a ffrontare come un GP di Fomula 1). Il sabato e la domenica regalano la possibilità di non guardare l'orologio, a meno di appuntamenti particolari, e il non doverlo fare già di per sè rappresenta per me un regalo speciale!
Il problema è che i bimbi pare abbiano un orologio speciale che si attiva proprio nel fine settimana: quello della sveglia automatica e anticipata. Questa mattina eccoli arrivare nel lettone super svegli, agguerriti e  pronti a dettare l'agenda: facciamo colazione? possiamo giocare? Ma che ore sono? apro un occhio, ma è confuso, apro anche l'altro ma non reagisce, allora inforco gli occhiali: le 6.45??? Non è possibile? A nulla vale la richiesta implorante di accucciarsi nel lettone per riposare un po' ancora, ormai per loro la giornata sta entrando nel vivo. E questo sabato tocca a me! Espello i piccoli dalla camera e li porto a far colazione, mentre concedo a mia moglie un supplemento di sonno (domani dovrebbe toccare a me).
In questro momento, mentre scrivo, le due pesti stanno giocando a cucinare e ogni minuto mi propongono una pietanza che devo assaggiare. Virtualmente sazio dico di non aver più fame, ma Filippo insiste e continua a propormi qualcosa che mi sono dimenticato di mangiare. Allora mi appello all'estetica e affermo: "basta, non ce la faccio, più ho la pancia piena", ma la saggia Bea mi rassicura: "non ti preoccupare papà, tu hai la pancia piatta!" Pancia piatta? Ma è un complimento o ci sarà sotto un messaggio in codice? Che stia già sperimentando l'uso delle figure retoriche partendo dall'ossimoro? Preferisco non pensarci.
Si sono arresi, hanno deciso di allestire l'ospedale per i loro pupazzi. Bene, di solito le loro visiste -con diagnosi e cura immediata -  durano almeno una mezzoretta. 
Mi rendo conto, per l'ennesima volta, che a volte è proprio una fatica. Fisica soprattutto, ma anche mentale: i bimbi ti dettano spesso ritmi che non vorresti, disegnando scenari diversi da quelli che ti eri prefigurato. Non puoi farci nulla (ricorrere all'anestesia comporterebbe in eccessivo dispendio economico), e quindi per non generare ribellioni del corpo e della mente l'unica soluzione è immergerti in questa vita facendola diventare tua fino in fondo. Cresceranno prima o poi!

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