Bea e Filippo

Bea e Filippo

mercoledì 14 marzo 2012

E'questione di logistica: organizzarsi in famiglia

Affronto un tema su cui gioco un po' in casa: la Logistica familiare.
Definizione di logistica: "l'insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell'azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post-vendita".
(Mio) Adattamento familiare: "l'insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano la vita di tutti i componenti della famiglia, indirizzati almeno al termine di una giornata".
Mi fermo alla giornata perchè pianificare già il medio periodo (dalla settimana in su) esigerebbe il ricorso all'ingegneria gestionale, e poi un giorno dopo l'altro prima o poi ti porta al fine settimana.
Una logistica efficiente aiuta ad ottimizzare i tempi (attenzione: tutto questo funziona solo in soggetti non programmati al ritardo cronico o alla percezione del tempo creativo,  dove il dire "arrivo fra un minuto spesso significa almeno un'ora" ecc -), a ridurre lo stress, a  limitare le rincorse dell'ultimo secondo o l'ansia del non farcela, a  non perdere i pezzi, ecc.
 Facciamo un esempio: se voglio cucinare devo approvigionarmi, per approvigionarmi devo andare in un negozio, il verbo andare presuppone un'azione nel Tempo, e così via. Sperare che il frigorifero si autoalimenti col pensiero purtroppo fa parte di un mondo che non esiste ancora.
Andiamo al sodo: mettere insieme le attività organizzative, quelle gestionali e le strategiche impone di  avere obiettivi da raggiungere, strumenti di pianificazione e un minimo di rigore nell'applicare quanto deciso.
Analizziamo un caso (ammetto è rarissimo, ma didatticamente è utile):  se mi pongo l'obiettivo che il martedì sera i bambini debbano andare a letto prima perchè voglio vedere la partita di champions in pace devo pianificare e gestire il processo sotto-descritto:
a. preparare una dettagliata scansione dei tempi ad hoc
b. ridurre al massimo i potenziali momenti di conflitto per garantire un clima di obbedienza (es. pianificare una cena super gradita, rende di buon umore)
c. trasmettere informazioni mirate per generare autoconvincimento (es. "stasera è proprio tardi", "vi vedo proprio stanchi", "domani ci si deve alzare proprio presto", ecc.)
d. pianificare ogni tappa con eventuali vie di fuga - i piani alternativi -  nel caso qualcosa non funzioni (se proprio lo si deve fare ricorrere al castigo "pro partita", eticamente e pedagogicamente non propriamente corretto ma quando ci vuole ci vuole).
e. non farsi prendere dal panico o dal nervosismo se si sta perdendo l'inizio del match, meglio perdere qualche minuto che un tempo intero
f. ritornare - a mente fredda -  su quanto non ha funzionato per migliorare il processo la volta successiva (i più volenterosi possono crearsi dei manuali o delle procedure interne)

Al di là dell'allegoria del papà maniaco di sport,  nonostante sia convinto che la nostra vista spesso è regolata da processi ripetitivi e inconsciamente applicati (una specie di tendenza logistica integrata al nostro dna), credo sia realmente utile imparare e educarsi a pianificare.
Senza manie od esagerazioni (attenzione alla compulsività, se diventa ossessione farsi curare..) e con le dovute aperture verso l'imprevisto, avere il controllo dei tempi e di quanto stabilito è una conquista straordinaria. E' il vaccino all'isteria familiare. 
PS. nella definizione di logistica adattata alla famiglia si parla di "tutti i componenti familiari": sia chiaro che se il controllo dei figli, almeno fino ad una certa età, può essere  più semplice, quello del coniuge in certi frangenti può essere praticamente impossibile (alla terza volta che o il marito o la moglie, dopo aver detto "non ti preoccupare, ci penso io, arriverò in tempo. Fidati.", bucano un impegno con i bimbi, imparare a pensare da subito al piano B, applicando  il criterio della riduzione del danno: far dipendere il meno possibile  l'esito degli obiettivi dal coniuge non completamente affidabile (rispetto ai tempi, per carità).

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