Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 19 marzo 2012

Moglie ai fornelli

Come avevo accennato all'esordio di questo Blog uno dei miei compiti principali è quello di cucinare. Fin dall'inizio del mio matrimonio mi ci sono ritrovato costretto per una questione di sopravvivenza, poi col tempo mi ci sono anche affezionato e nel tempo ho anche imparato a farlo. Mia moglie, pur avendo delle buone capacità, non ama mettersi ai fornelli e quindi non è assolutamente gelosa del  mio essermi impadronito della cucina dalla a alla z. In settimana poi, tornando prima dal lavoro, diventa giocoforza per me non solo cucinare ma anche programmare che cosa proporre e organizzarmi in merito all'approvigionamento alimentare (faccio la spesa). E quando per qualche motivo non ci sono cerco di facilitare la sua supplenza predisponendo per tempo il necessario, le tolgo almeno il pensiero del decidere cheffare e questo so che è apprezzato.
Ogni tanto però  Silvia (ebbene sì, anche mia moglie ha un nome) decide di prendere l'iniziativa: "oggi cucino io, faccio il risotto"! (Sì proprio oggi, per il pranzo)  In effetti il risotto è un piatto che le riesce abbastanza bene per cui con molto piacere le lascio campo libero e mi eclisso con i bimbi in attesa della messa a tavola. Col tempo ho scoperto che il risotto non è un piatto complicato, ma esige un minimo d'attenzione, non lo si può abbandonare sul fuoco perchè  in men che te lo aspetti ti "pugnala alle spalle". Ma lasciamola fare.
Mentre giochicchio con i bimbi la vedo rispondere allegramente al telefono... parla, parla. Ma per fortuna poi rienta in cucina. Pochi minuti dopo corre al Pc a controllare una cosa. E così via. E il risotto?
Vabbè trattengo ogni commento. Ad un certo punto siamo chiamati all'ordine:"tutti a tavola, è pronto!". Ci sediamo affamati ed ecco comparire il risotto: si presenta bene, ma comincio a scorgere ingredienti all'apparenza ignoti. Azzardo una domanda: "che tipo di  risotto hai cucinato di bello?", "Una mia invenzione - dice lei, con tono compiaciuto - risotto con pancetta, mela e un formaggio che ho trovato in frigorifero... ma che formaggio è che non si è fuso - aggiunge candidamente - ?". (.. lo credo bene che non si è fuso, era una ricotta di capra stagionata...).
La faccio breve. Stoicamente mi metto a mangiare fingendo di apprezzare le combinazioni e dicendo ai bambini di assaggiare perchè la mamma ha cucinato un risotto davvero speciale. Filippo che non ha il senso della misura al primo cucchiaio lo sputacchia e dice "non mi piace..". Beatrice, invece, nonostante lo stia  mangiando  con una lentezza sospetta, ne assaggia un po' di più. Non mi arrendo e cerco di rendere appetibili sapori che proprio non si erano sposati. Ad un certo punto la salvezza: Silvia dice "mi sa che questo riso mi è venuto proprio male..., che ne dite bimbi se vi faccio subitissimo  wurstel e patatine?". La guardo ci mettiamo a sorridere e si ripara in fretta con il piatto emergenza!
La morale esce ingenuamente dalla bocca di Beatrice qualche minuto doppo: "Papà, questa sera cucini tu vero?".

1 commento:

  1. a mesi di distanza la rivincita ... risotto giallo e ossibuchi da manuale :-)!

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