Bea e Filippo

Bea e Filippo

giovedì 22 marzo 2012

Regole sì o regole nì?

Confesso  di essere un fan di Tata Lucia. Le sue missioni mi appaiono sempre impossibili eppure porta a casa risultati sorprendenti. Magari il lieto fine con lettera commovente può avere un sapore televisivo, non lo so. A me piace pensare che sia davvero possibile vincere certe sfide. Quindi tifo sempre per Lei e per le famiglie che si mettono in gioco.
Tata Lucia è la donna delle regole. Sono immancabili i cartelli che i vari componenti della famiglia, dopo i primi giorni di osservazione, appendono in casa per ricordarsi di quanto devono cercare di fare per migliorare il loro modo di essere famiglia. Le regole. Quante volte mi sono fermato a pensare a quali appendere e come farle applicare. Non che la nostra casa sia il regno dell'anarchia e forse qualche cartello sarebbe utile,  ma credo che non diventerà mai quella delle regole appese.  Eppure non mi sento in colpa per questo, perchè proprio non riesco a immaginarmi come una specie guardiano casalingo. Non è assolutamente una critica al metodo pedagogico di Tata Lucia, è semplicamente la constatazione personale  che possono esserci vie diverse. Magari non così strutturate o efficaci, ma - credo - ugualmente importanti, perchè comunque frutto di scelte consapevoli. A me piace pensare che la regola la si possa trasmettere attraverso la via delle ritualità. Che cosa?  Per ritualità intendo l'abituare pian piano i bambini ad assumere comportamenti che esprimano il rispetto di regole, in modo che quest'ultime siano assimilate senza la necessità di citarle o mostrarle (e men che meno imporle). Mi piace definirla l'autorevolezza dell'accomapagnamento. Essa non si contrappone all'autorità della regola, ma la gestisce in un percorso, magari più lungo, più lento (e in certi casi molto più faticoso), ma a mio avviso ugualmente efficace. Se rendo naturale e, percepito come bello e positivo, un certo comportamento la regola che lo ispira può rimanere nascosta: non c'è bisogno  di enunciarla, diventa evidente. Punto e basta. Un esempio banale: quando io o mia moglie  diciamo che la cena è pronta i bimbi spengono la tv in modo quasi naturale, sanno che la loro dose di cartoni quotidiana è finita. Dopo cena non li richiedono più perchè sanno che c'è il momento del gioco pre-nanna. Nessun cartello con tempi o regole: solo la paziente e costante  fedeltà a mantenere fissi questi momenti, anche se per i primi mesi questo ha comportato capricci o continui brontolii e molte sere del gioco pre-nanna noi genitori ne faremmo volentieri a meno.
Su questi tempi o approcci pedagogici spesso sono accusato di eccesso di ottimismo o di essere un inguaribile buonista. Può darsi, ma, anche se non mancano momenti in cui diventa necessario dire o ribadire certe regole, amo questo approccio al percorso di crescita dei miei bambini. A me le persone autoritarie hanno sempre generato irritazione e distacco, quelle autorevoli per capacità, cultura, carisma, bontà, mi hanno sempre spinto ad ammirane le doti e a cercare di fare miei i pregi che riconoscevo.
So che questo è un dibattito che rimarrà sempre aperto (io e mia moglie su questo tema ci confrontiamo spesso);  l'importante è rimanere aperti e  pronti eventualmente a cambiare idea se ci si accorge che non porta i risultati sperati. Per ora nessuna particolare controindicazione.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...