Bea e Filippo

Bea e Filippo

giovedì 14 giugno 2012

Vorrei disattivarmi, ma devo "biciclettare"!

Inizia a fare caldo (tanto lo aspetto quanto poi mi rompe), non sopporto più le code in auto.  Oggi mi ha pure tamponato un camion (nulla di grave né a me e Filippo né all’auto – tanto era quella aziendale di mia moglie… chissene -… mi girano le scatole ugualmente. In più c’ho messo una vita a compilare la constatazione amichevole, sbagliandola pure!). Ho il blocco da chef, nel senso che non so che cucinare – altro effetto del caldo -. Sono più distratto del solito. Ci metto più di mezzora per accorgermi che la sveglia sta suonando. Giorni strapieni di appuntamenti: festa di compleanno degli amici di Bea, incontro per l’inserimento di Filippo (vabbè di questo mi sono proprio dimenticato), festa dell’asilo di Filippo, saggio di qui, nuoto di lì, e rifesta di su, altro incontro di giù. La moglie che è presissima al lavoro (non è che io cazzeggi e non abbia da fare… ma ormai l’ho messa sulla razionalizzazione delle mie risorse: mi auto-convinco che so rendere molto e che la mia capacità “produttiva” trascende il tempo) e quindi molte di queste mi toccano. Centomila cose che si sommano tutte insieme. La vita è frenetica, corre mentre a me vien voglia di andare piano. Se mi  fermo però non aspetta, mica si può stoppare il tempo. Quindi via di rincorsa. Il problema è che troppi appuntamenti coincidono con un altro un po’ particolare: il lavoro. Anche se la capacità produttiva – soprattutto la mia .. -  “trascende il tempo”, lì ci devo stare per un certo arco di tempo: non si scappa. 
Riprendo il filo: troppe cose concentrate, troppe sovrapposizioni, troppo a destra e a sinistra, sopra e sotto senza discontinuità. Tutto importante. No, utile No, necessario! Anzi imperdibile. Sto diventando un po’ insofferente ma reggo egregiamente, perché alla fine questo gioco dell’elastico me “lo impongono” - loro malgrado - Bea e Filippo (e ho solo due figli... chi ne ha tre o quattro o di più: tutta la mia stima!).  Che voglia, ogni tanto, di disattivarmi. Invece devo pedalare: e bene! Bea l’altra sera mi ha chiesto: “Papà, tu sai biciclettare bene?”.  “Caspita che bicicletto bene, anche senza mani!” le ho detto. Bicicletto sì, ma quanto vorrei andare un po’ in discesa per tirare il fiato!  Che stia irrompendo un’irrefrenabile voglia di ferie? Probabilmente sì, ma sogno realmente altri ritmi che possano aiutarmi a non sfiorare soltanto ciò che accade, ma a viverlo fino in fondo. Questo per me, per la mia famiglia. Soprattutto per i miei figli. Vivere, non sfiorare. E via di bicicletta!

1 commento:

  1. Sottoscrivo tutto (a parte il caldo che ancora non è arrivato)! Io in questo periodo bicicletto malissimo, avrei tanto bisogno di avere un pò di giorni senza incombenze, senza scadenze, senza appuntamenti "importantissimi" che poi non lo sono affatto. Proprio per vivere più in profondità ciò che vale davvero. Per ora sogno chiusa in ufficio ...

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