Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 29 ottobre 2012

Lo Staccato-Pensiero: si fa sul serio!

Cara Staccata posso buttarmi nell'arena delle(i) Staccate(i)VSTaccate(i)?
Me lo permetti?
Mi intriga il tema, mi piace la foto delle scarpe?
Posso?
Se mi dici di sì ecco quello che scriverò:



Premessa biografica (a tema).
Non so se essere staccato sia un vanto o meno. Ma mi sento così e credo di esserlo.
Nonostante una moglie che negli ultimi anni ha virato prepotentemente verso una insana tacchitudine, la mia indole non me lo ha consentito. Non ce la faccio. Resisto... anche perchè mi è permesso.
Nell'abbigliamento: ripetitivo, abbinamenti non sempre impeccabili... non entro in un negozio da anni ... compero ormai tutto on line, con i rischi del caso... perchè i colori non sono sempre ben identificabili,.
Scarpe modello standard (solita marca e quasi solito modello) da 20 anni, tanto che sono certo che i miei colleghi sul lavoro siano convinti che ne abbia comperato un stock che consumo pian piano.
Scravattato, s-giaccato... all'ultimo matrimonio al quale ho partecipato ho dovuto indossare l'abito che ho usato al mio, perchè il completo di scorta non lo trovavo. Temo di averlo dimenticato in lavanderia. La cravatta  - se serve - me la faccio prestare e annodare da un mio vicino di casa... noleggia gratuitamente: santo subito!.
Ogni tanto la mia dolce metà mi cazzia... dice che non ho gusto e che i mie abbinamenti sono improponibli e, cosa riprovevole,  li ripropongo anche sui bimbi: se li vesto io sostiene che lo faccio alla cavolo.
Se fosse per me sarei ancora più aggressivo: adoro l'abbigliamento di montagna... l'outdoor da trekking:  è comodo, mi fa magro, figo il giusto. Ma in città mi prenderebbero per un maniaco! Cheppalle.
Ma sono staccato. In fondo me ne frego.
Staccato perchè alla fine faccio un po' come mi pare... mi piace andare per la mia strada: mi sento un "italiano medio" piuttosto libero. E sono libero con i bimbi, in casa e fuori. Un po' per scelta, molto perchè mi diverto e un po' per dovere... ma sulle incombenze da staccato lascio stare.
E qui si va oltre: tocco dinamiche che mi superano. Oltre il "tacco o s-tacco" pensiero checc'è?

Affondo filosofico (digressione a-tematica)
Ma lo "stacca-mento" è solo un fatto di vestiario? Di calzature? Di altezza metaforica del tacco (lunghezza o colore della cravatta)?
E' estetica  o ontologia? (miii mi sa che ora mi diverto).
Forse andrò fuori tema, ma mi piace immaginarlo un po' come filosofia. Non tanto da contrapporre al "tacca-mento", ma da  elevare a rango identificativo-esistenziale.
Certo, fornire una base teoretica allo "staccato-pensiero" non è semplice, ma cedere nella retorica affermazione che "l'uomo è cio che indossa" mi sembra riduttivo.
Voglio provarci.
Cara Staccata reggiti forte!

Mi affido per i pensieri fondativi dello "staccato pensiero" ai primi teorizzatori:

a. Stratobabbo: "lo sconnesso per eccellenza": è lo staccamento pensiero, nei suoi albori. Punto. Sconnessione come dinamica di approccio alla vita: non è la genitorialità a determinarlo, ma i figli a subirla. Per loro meno traumi: essere staccato come chiave relazionale. E la cravatta come nemico. Come partenza non è male!
b. Babbonline: "non si può essere genitori in giacca e cravatta con i propri figli, nel senso di persone rigide e attente all'esteriorià". Lo staccato non è rigido, se ne frega dell'esteriorità: "staccato dentro". Dove il dentro però si vede, eccome che si vede: viene fuori alla lunga con la sana consapevolezza che con i bimbi se non si è un po' flessibili e liberi è un casino. Anzi è un inferno perchè loro non sono programmabili.
c. Sinenobilitate: "Per questo mi considero staccato e distaccato. Perchè alla  faccia vostra mantengo comunque un mio stile e questo mi fa sentire gggiovane". Due concetti irrompono alla grande: lo staccato è distaccato, non dipende (credo di interpretare), si sente libero... "alla faccia". In più "si sente giovane": è una filosofia che rigenera e riduce la percezione dell'invecchiamento. Lo staccamento come condizione "rigenerante": il livello si alza!
d. Lorenxo: "da estetica a funzionalità" per sè, alla "nemesi" per i figli: qui le parole prendono corpo: parlano da sole. Non si scappa. Essere staccato significa rendersi liberi esteriormente (la propria funzionalità va preservata fino in fondo) per trasferire la nemesi sui figli: "l'irreprensibile apparenza" di chi è staccato, ma non si vede. Geniale.

Tiriamo i fili: il papà staccato è una condizione per e non contro. Ha i suoi nemici: la cravatta in prima fila, ma non ama le guerre, preferisce l'approccio "staccato" alla vita e al futuro. Un approccio libero, filosoficamente orientato al dentro piuttosto che al fuori. Ma quando è fuori deve potersi muovere in libertà: in piena funzionalità. I bimbi lo esigono e allora ci si "stacca" e di-stacca per loro!

Mi sono allargato e divertito... speriamo di non aver urtato la suscettibilità di nessuno... ma lo "staccato" che è in me sa anche essere un po' pirla,  ogni tanto!

8 commenti:

  1. Ommammamia ( sì, tutto attaccato pure se sono La Staccata). Ommammamia! Linko con enorme piacere questo post nella pagina del mio blog.
    Grazie per aver partecipato, grazie veramente.

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  2. Lo dico?... Lo dico???...

    Io mica ho capito :)

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    Risposte
    1. non tutti i giochi hanno le istruzioni... dai un po' di fantasia...

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  3. Anch'io sono una staccata,perchè non credo che riuscirei a stare "attaccata" dietro ai bambini, se non fossi s-tacc-ata. Allora ... posso entrare anch'io nel club?

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  4. Ah ah, vai superpapà, viva gli staccati! ;)

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  5. Questi post sulla filosofia dei "tacchi" sono molto liberatori, vero?? E molto divertenti, complimenti!

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