Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 20 gennaio 2014

Compiti: sì o no

Il Corriere della Sera non molla. Nel suo Blog, la 27esimaOra il tema dei Compiti si è ritagliato uno spazio davvero importante!
Con una particolarità: la linea editoriale è chiara! Aboliamoli. Sono inutili, generano fatiche, creano discriminazioni, procurano fastidi alla famiglia che è minata nella propria sopravvivenza dalla loro solo presenza.

Questa settimana anche una Prof d'esperienza chiede ai colleghi di avere pietà: basta compiti! 
Cari colleghi, aboliamo i compiti delle Vacanze, ecco il link dell'articolo accorato di questa prof d'esperienza. 

Non sono un suo collega (anche se pure io in passato ho insegnato..) ma desidero risponderle.
Non tanto per supponente fiducia nell'intelligenza del mio pensiero.... ma per il diritto di parola di un papà con figlia compito-munita! Pure in vacanza!


"Cara Prof
Sono un papà fortunato: le insegnanti dei miei figli danno i compiti. Hanno anche spiegato a noi genitori perché li assegnano, che funzione hanno e il loro valore. Non ne danno molti e noi genitori riconosciamo l'attenzione rispetto alla mole assegnata. Non darne troppi è una buona cosa, ne sono convinto.
Anche lei riconosce che la giusta quantità può bastare... mi è parso di leggere tra le righe...
Detto questo provo a riflettere sulla questione più in generale: il compito da quel che ne capisco serve a permettere all'alunno di esercitarsi rispetto a quanto assimilato in classe, a generare dubbi rispetto a quanto non appreso (o conferme a quanto appreso), a verificare i propri progressi, ad allenare la mente perché raggiunga un po' di autonomia ecc. Certamente portano con sé una dose di antipatia, un fardello di fatica o frustrazione. Rompono per natura, come le mille cose che toccano la sfera dell'impegnativo non scelto per passione. E pensi che spesso rompono di più a me che a mia figlia... lo sa? 
Oggi in Italia non tutte le scuole (anzi sono in calo) hanno il tempo prolungato. Questo grazie alla volontà dello Stato di migliorare l'offerta formativa. Non la incolpo per questo, ci mancherebbe.
In quel tempo spesso gli insegnanti hanno l'opportunità di tornare, con modalità diverse, su quanto spiegato e questo riduce la necessità di dare i compiti. Quando questo tempo in più non è concesso la didattica in classe, con una numerosità di alunni crescente, non permette facilmente verifiche o un lavoro mirato sulla capacità di apprendimento e applicazione in autonomia di quanto spiegato. Diventa importante il compito: completa la didattica, è per il bene dell'alunno. Va da sé che una riflessione oculata su carichi intelligenti e proporzionali sia quantomai opportuna. Ci sono scuole private, accessibili a pochi, dove il compito viene svolto con tutor ad hoc, e gli alunni sono chiamati a lavori di completamento che ne rafforzano le capacità. Vogliamo allargare il divario tra ricchi e poveri?
Perché chi frequenta una scuola pubblica con limiti didattici (rispetto al tempo) in una scuola pubblica e magari non ha genitori in grado di fornire supporto a casa, non può essere preparato e stimolato a lavorare in autonomia, a casa, per migliorare il proprio percorso?
Ricordo due cose nella mia esperienza scolastica: con due genitori scolasticamente non preparati gli esercizi di greco e latino (per citare due materie a caso) a casa erano fondamentali per me. E me li smazzavo da solo!
Durante le vacanze lunghe, invece, ero solito cazzeggiare, mi applicato solo in zona cesarini e portavo a casa al massimo il 10% di quanto assegnato. E questo lo pagavo con i primi mesi di rincorsa: non ero un fenomeno e il compito mi avrebbe agevolato. Pirla io, lo so... ma se lo togli di default che ci guadagni?

Detto questo, cara Prof, non credo che il futuro dei nostri figli si giochi sulla possibilità di fare vacanze più o meno tranquille e quindi non guastate dai compiti. Non sono neppure del tutto convinto che l'assenza dei compiti sia un deterrente  così decisivo rispetto alle liti  tra genitori e figli. Credo, invece, che debba essere una sua corretta preoccupazione che la scuola faccia il massimo per preparare questi ragazzi (i nostri figli) al futuro, per fornire loro un'istruzione di livello. Se il compito merita di rimanere un tassello fondamentale di questo percorso, secondo me, va mantenuto.
Le ricordo, ma lei lo saprà, che all'università si lavora soprattutto a casa. Certo non sono i classici compiti... ma attenzione che gli impatti con metodi didattici che nel tempo mutano e si evolvono, senza un minimo di preparazione  e di "allenamento" possono determinare grandi sforzi e impatti drammatici. Perchè non prevenirli?

Cara Prof da genitore non sono preoccupato del compito assegnato o meno, anche se questo già oggi genera qualche screzio con i miei bambini che non sempre li vogliono fare. Mi preoccupo, invece,  dei limiti della scuola in Italia. 
Che ogni anno la dirigente di turno riattacchi col ritornello "ci hanno tolto risorse", non riusciamo a fare questo e quello ecc. 
Che gli insegnanti perdano autorevolezza sociale ogni anno, non solo perché cala il riconoscimento, non solo perché sono ampiamente sottopagati, non solo perché la dignità di una professione decisiva non  è supportata da percorsi di carriera realmente meritocratici,  ma anche perché a volte utilizzate il vostro ruolo per dibattiti - a mio avviso - fondamentalmente poco utili (questa è eccessiva lo so, ma me la tirata fuori lei).
Sono preoccupato per la poca attenzione che i vari governi dedicano all'istruzione. Per la bassa cura alle attrezzature agli edifici scolastici.
Mi preoccupa che non si metta mano ad una riforma vera del percorso scolastico: ma è possibile che il percorso didattico italiano preveda come metodo quello del rifare per tre volte le stesse cose? (semplifico un po'... ma è così di fatto?).
Ma è possibile che in Italia se sei valdostano hai un tablet ad alunno e se invece vai a Bresso (con tutto il rispetto delle Elementari pubbliche che frequenta mia figlia, che sono ottime) ti devi portare la carta igienica da casa?

Cara Prof, mi permetta di chiederle un favore: lotti per qualcosa di più grande. Mi spiace se i  suoi nipoti hanno sofferto del mal di compiti, ne  parli con i loro insegnanti. Ma non ci induca a pensare che questi siano i problemi della scuola italiana. Ci aiuti ad alzare l'asticella, a mene che lei abbia perso la speranza.
Lo faccia per il bene dei nostri figli! 
Perché anche loro meritano un futuro!

Un saluto....

10 commenti:

  1. mi piace l'articolo...io non faccio i salti di gioia nel week-end ma quando sono giusti e non esagerati concordo...

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  2. Concordo. I compiti sono il rafforzamentoe il feedback dell'attività didattica. Nel tempo pieno si svolgono a scuola. Nel tempo normale a casa.

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  3. Credo che, alla fin fine, il Suo pensiero non si discosti tanto dall'articolo pubblicato sul Corriere. A mio parere, la Prof a cui Lei si rivolge non si è scagliata tout court contro i compiti a casa (che lei stessa dice di assegnare), ma contro l'eccesso che poi, di fatto, ne impedisce la correzione. Io sono d'accordo con Lei che il lavoro a casa in autonomia si parte fondamentale dell'apprendimento, ma concordo anche con il fatto che un carico eccessivo demotivi i bambini e li porti a considerare i compiti come una sorta di punizione. Se il lavoro a casa è adeguato, consente di affrontarlo con concentrazione, serietà, serenità e, perché no, piacere.
    Sempre in tema di riflessioni sulla scuola, consiglio la lettura di quest'articolo che ho trovato molto interessante http://www.adiscuola.it/adiw_brevi/?p=11388
    Cordialità

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    1. Grazie per la segnalazione: articolo davvero interessante. Comunque il problema, a mio avviso, non è solo l'articolo della prof. ma tutta una serie che va avanti da mesi contro i compiti, come se fossero il male della scuola... forse che si desideri per noi che si guardi da altre parti?

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  4. IL tablet a scuola te lo sogni pure in Valle d'Aosta e non porti la carta igienica ma fogli e pennarelli sì, lo dico per esperienza.
    Quanto alla tua lettera, sono d'accordo con il tuo pensiero ed il ruolo, fondamentale, dei compiti a casa, purchè in mole non esagerata.
    La vita è fatta anche di doveri, di autonomia, di impegni e di sacrifici e bisgona apprenderlo da piccoli, perchè il senso del dovere si impara presto.
    Arrivati all'Università, è troppo tardi per apprendere un metodo di studio proprio e per imparare a studiare da soli ed organizzarsi.
    Non a caso, forse, per ovviare all'incapacità degli studenti, sono sempre più i corsi di laurea che impongono frequenze obbligatorie e "tutor" per lo studio.
    Credo poi, che i genitori che si lamentano dovrebbero farsi un esame di coscienza. I compiti assegnati sono davvero troppi? Se sì, ben vengano le lamentele e le critiche agli insegnanti (non davanti ai figli, però). Se no, compito del genitore non è solo DIVERTIRSI CON I FIGLI, ma anche educarli a crescere e va fatto, pur se costa fatica e comprime il nostro tempo libero.
    Poi magari tra qualche anno cambierò idea ma per ora la penso così.
    Bellissimo post!!

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    1. Alle medie di Valtournenche il Tablet è in dotazione ad ogni alunno... bho magari è un caso. Ma ad esempio un insegnante di Bolzano viene pagato quasi il doppio e le attrezzature scolastiche sono di un altro livello...
      Credo che spesso il compito sia un fastidio per il genitore... e comunque è corretto discutere con gli insegnanti della mole assegnata! Quella è importante.

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  5. premesso che non sono una di quelle mamme che si lamenta dei compiti a casa anche perchè i maestri di mio figlio ne danno veramente pochi se non nei casi di bambini con difficoltà o che non sono stati in grado di terminare a scuola. faccio però alcune considerazioni che chiaramente riguardano la realtà che conosco, ovvero milano. la maggior parte dei bambini è iscritta al tempo prolungato, sta pertanto a scuola dalle 8.30 alle 16.30 dal lunedi' al venerdì; ben 8 ore per 5 giorni alla settimana. molti di questi bambini frequentano anche il prescuola: entrano cioè fra le 7.30 e le 8; qualcuno è iscritto anche al post scuola fino alle 18. la loro settimana è quindi in alcuni casi più lunga di quella dei loro genitori. chi di noi dopo 8 ore di lavoro ha voglia di farne altro a casa? a chi di noi piace lavorare anche nel week end? se poi aggiungiamo le varie attività, per quanto nobili, sportive, musicali, llinguistiche, che talvolta facciamo frequentare per "piazzare" il pargolo per un altro paio d'ore, mi chiedo quando debbano respirare questi bambini.
    non è una questione di non volerli educare alla fatica, di non volere avere noi problemi nei nostri momenti a casa è che spesso l'impegno extrascolastico richiesto è veramente troppo e questi bambini non riescono mai a "staccare la spina".

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    1. In generale condivido quanto dici, ma di fatto in questo modo sono ribaltate sui bambini le contraddizioni di un sistema (del quale noi genitori siamo complici) che mette la famiglia nelle condizioni si spremere questi piccoli. E alla fine si dice: eliminiamo i compiti per farli respirare. Ma se dei compiti avessero più necessità che di altro? E' un bel dilemma.... Credo che sia fondamentale contribuire a cambiare il sistema, proprio per rimettere i bambini al centro.

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  6. I compiti a casa servono e sono utili se sono in quantità giusta e solo se vengono corretti dall'insegnante, altrimenti (come ho già scritto in risposta all'intervento sul corriere) servono solo a sedimentare errori di comprensione che gli alunni si porteranno dietro per tanto tempo, Il compito a casa permette ai bambini di mettere in pratica quanto spegato a scuola e quindi di "testare" se si è capito o meno e quindi memorizzare. Ma se uno sbaglia perchè non ha capito e non c'è nessuno che corregge e spiega l'errore, allora il compito perde la sua funzione.
    Quindi gli/le insegnanti che assegnano enormi quantità di compiti che poi, giocoforza, non hanno la possibilità di correggere sbagliano, e tutto il lavoro che danno si ritorce contro di loro, producendo alunni stanchi e stressati.
    I miei figli frequentano la scuola primaria ma fanno solo due rientri settimanali, e trovo quindi che una giusta mole di compiti serva ad integrare il lavoro fatto a scuola, pur con le premesse di cui sopra, ma nelle vacanze (specialmente quelle brevi) niente compiti: facciamoli riposare!

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  7. Ti dico solo questo: in Germania, non danno compiti per le vacanze, né il venerdi per il fine settimana. Le vacanze sono tali per tutti, e anche i bambini devono riposare.
    E il fine settimana idem. Sono avanti? non lo so, te lo dirò quando arriveremo a scuola anche noi...

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